giovedì 26 gennaio 2012

Ai confini del pump.

Sono ormai due anni circa che i miei allenamenti sono esclusivamente sperimentali. Infatti, in ogni seduta di allenamento sperimento sempre qualche variazione nella combinazione dei vari elementi (angolazioni, ripetizioni, serie, peso e sequenza degli esercizi). Soprattutto, questa lunga serie di prove ha fatto in modo che la mia attenzione si soffermasse in modo particolare sulle angolazioni; infatti la chiave di un buon allenamento consiste
nella giusta esecuzione dei movimenti, cioè nella ricerca dell’angolazione appropriata al tipo di muscolo. Ciò mi ha portato spesso a stravolgere completamente alcuni esercizi, poiché ritengo alcuni movimenti classici completamente inappropriati a stimolare certi muscoli. L’unico limite è che tali prove posso effettuarle solamente su di me e sul mio unico allievo-partner, che fra l’altro possiede tutte le caratteristiche per sperimentare qualsiasi cosa (età, peso, forza e qualche chiletto di grasso in più). Recentemente, sulla base di alcune riflessioni e risposte dei muscoli ad alcune prove, ho sviluppato uno schema di allenamento molto interessante, ma non semplice da spiegare, che potrebbe interessare coloro che si allenano da diversi anni e, in particolare, vedono ben pochi risultati, quindi potrebbe servire soprattutto per quei momenti di stallo in cui si vedono pochi risultati. Lo schema in questione l’ho denominato “Metodo trifasico piramidale a sequenza VPL” che cercherò di spiegare nel modo più semplice possibile, sperando di riuscirvi. Prendiamo come riferimento il Dorsy bar, un esercizio che si presta molto bene a questo tipo di allenamento. 
Di questo esercizio vogliamo effettuare tre serie rispettivamente di 12 (prima serie), 9 (seconda serie) e 6 (terza serie) ripetizioni; ognuna di queste serie verrà effettuata in tre fasi o  tre semi-serie intervallate da una brevissima pausa, meno di due secondi, senza lasciare la sbarra, giusto il tempo di fare un respiro (inspirazione-espirazione). Ad esempio, si è detto che la prima serie sarà di 12 ripetizioni, per cui faremo 4 ripetizioni veloci (V), un secondo fermi, fare altre 4 ripetizioni veloci, un secondo fermi e concludere con altre 4 ripetizioni veloci, tutto questo con un peso non eccessivamente pesante. Dopo la prima serie o fase, fare una pausa di recupero come si fa solitamente e ripartire con la seconda serie o fase, composta da tre semi-serie da 3 ripetizioni, intervallate sempre da un secondo di riposo, questa volta però con un peso sostenuto (P). Infine, dopo un recupero di qualche minuto, fare la terza serie o fase, composta da tre semi-serie di 2 ripetizioni, questa volta eseguite molto lentamente (L) con un peso leggermente inferiore al precedente. Una variante molto interessante di questo schema potrebbe consistere nell’aggiungere ad ogni semi-serie un disco di 2 o 5 kg, a seconda della propria preparazione atletica, in particolare all’ultima serie, ovviamente per questo avete bisogno di uno o due assistenti a seconda del tipo di esercizio che state effettuando. 
Questo schema di allenamento l’ho provato su di me solo una volta per cui non posso dirvi quali sono i risultati, ma vi posso assicurare che nell’arco delle 48 ore ho sentito i muscoli reagire in maniera impressionante, soprattutto in termini di contrazione. Oggi effettuerò la seconda seduta di allenamento in compagnia del mio partner e vedremo quali effetti si verificheranno su di lui. Spero di essere stato chiaro e comprensibile, ma vorrei invitare tutti coloro che dovessero eventualmente provare questo schema di allenamento, nei limiti del possibile, di farmi sapere come si sono trovati ed, eventualmente, esprimere una valutazione. Il mio invito è rivolto anche ai tanti lettori stranieri (USA, Regno Unito, Giappone, Germania, Svizzera, Lettonia, Federazione Russa, ecc..) poiché presumo che comprendono i miei articoli vista la frequenza dei loro accessi.

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